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I principali indici azionari statunitensi hanno subito un pesante crollo lunedì a causa dei timori di una recessione negli Stati Uniti, alimentati dai deboli dati economici della scorsa settimana. Alle 11:30 ET, il Dow Jones Industrial Average era in calo del 2,17%, l’S&P 500 perdeva il 2,42%, e il Nasdaq Composite scendeva del 2,77%.

L’apertura della borsa ha visto un brusco calo, con il Dow Jones che ha perso l’1,71%, l’S&P 500 è sceso del 3,66%, e il Nasdaq Composite ha registrato un crollo del 6,34%. In totale, oltre 1,93 trilioni di dollari sono stati cancellati dal mercato azionario statunitense.

I dati sull’occupazione di venerdì hanno mostrato che l’economia statunitense ha aggiunto solo 114.000 posti di lavoro a luglio, con il tasso di disoccupazione salito al 4,3%, intensificando i timori di una recessione imminente. Questi timori hanno influenzato negativamente anche i mercati globali, con il Nikkei 225 giapponese in calo del 12,4%, il Kospi sudcoreano dell’8,8%, i mercati europei in calo di circa il 3% e il bitcoin in calo del 12%.

Le azioni delle grandi aziende tecnologiche hanno subito pesanti perdite, con Alphabet, Netflix e Meta in calo tra il 2,5% e il 4,0%. Nvidia ha perso oltre l’8% e le azioni Apple sono diminuite del 4,6% dopo che Berkshire Hathaway ha ridotto la sua partecipazione.

Sul mercato obbligazionario, i rendimenti dei Treasury sono scesi poiché gli investitori si sono riversati su asset sicuri. Il rendimento del Treasury a 2 anni è sceso al 3,81% dal 3,88%. L’attività del settore dei servizi negli Stati Uniti è rimbalzata a luglio grazie a un aumento degli ordini e dell’occupazione.

Nel mercato delle criptovalute, le liquidazioni hanno superato il miliardo di dollari nelle ultime 24 ore. Bitcoin ed ether hanno subito forti perdite, con ether che ha registrato la sua peggiore caduta giornaliera dal maggio 2021. L’indice di paura e avidità delle criptovalute ha segnalato “paura”. Le liquidazioni sono state innescate da una serie di fattori, tra cui tensioni geopolitiche e rapporti sugli utili negativi delle aziende tecnologiche, che hanno smorzato l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale tra gli investitori.

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